Quando questa pandemia ci ha costretti in prigione per preservare la nostra salute e quella degli altri, mi son detto che bisognava prenderla con filosofia. Allora mi è tornata alla mente la frase del filosofo Zenone, il protagonista dell’Opera al nero di Marguerite Yourcenar:
Chi sarebbe così insensato da morire senza aver fatto almeno il giro della propria prigione?
Oltre a rileggerlo, ho organizzato il giro della mia prigione godendo di tutto ciò che poteva regalarmi una boccata d’aria fresca.
In cima alla lista c’erano i profumi, che un appassionato sa bene quanto aiutino ad evadere, trasportandoci con la mente in luoghi che abbiamo visitato oppure angoli di mondo mai visti.
Le fragranze riescono perfino a farci viaggiare in paesi fantastici e inesistenti.
Vi propongo allora il giro del mondo in cinque profumi: uno per continente. Non serve bagaglio, basta il naso e vi prometto un finale a sorpresa. Durante il volo vi sarà servita una degustazione di alcolici inebrianti: allacciate le cinture e chiudete gli occhi. Si parte!
Prima tappa: America
La prima tappa del nostro viaggio è fra le rocce di El Capitan nel parco di Yosemite, California. La parete rocciosa più grande d’America.
Il percorso di climbing più famoso da quelle parti si chiama Il Naso: sarà per quello che Ben Gorham si è ispirato ai primi rocciatori degli anni ’60 per Velvet Haze di Byredo? Il granito sotto i piedi con le sue sfumature marroni e purpuree diventa qui un velluto di patchouli, appena polveroso e morbido di ambra. Lo sguardo al cielo azzurro arriva invece con le note solari dell’acqua di cocco, leggera e spensierata come l’aria frizzante in quota.
Seconda tappa: Europa
Dagli States voliamo dritti in nel cuore dell’Occitania, Francia del sud.
A Lozère, presso l’altopiano dell’Aubrac, sbucano a sorpresa nel le tipiche case in pietra e qualche Chateau, ma è la natura a regalare lo spettacolo più grande. Verso l’estate l’aria intiepidisce appena e sbocciano distese di narcisi selvatici a perdita d’occhio inebriando i viandanti.
Questa è la meraviglia che la parfumeuse Anne Flipo ha distillato in Mont de Narcisse de L’Artisan Parfumeur. Il tocco ipnotico del narciso, qui a braccetto con la polposità dell’osmanthus e il selvaggio elicriso vi accompagnerà con la sua carezza scamosciata a lungo nelle vostre passeggiate immaginarie per le vallate in fiore.
Terza tappa: Africa
Dall’Aubrac via Parigi, una passeggiata in Faubourg Saint Denis coi profumi dei ristoranti etnici ed i tamtam dei musicisti di strada ci porta dritti nel Corno d’Africa.
L’ospitalità ed il sorriso degli etiopi è secondo solo al profumo inebriante del caffè. Più che una bevanda, è un rito che celebra la natura ricca di contrasti di questo paese e la condensa come una benedizione in tazzina, fra fumi d’incenso e musica. Basta uno spruzzo per riviverla già dai primi, speziatissimi istanti con Tambour Sacré di Rubini, per poi lasciarsi avvolgere dalla sua scia di resine, legni e miele.
Quarta tappa: Asia
Dalla spiritualità danzante dell’Africa arriviamo in Asia seguendo un filo d’incenso, presso il maestoso tempio di Tenryū-ji.
Lo facciamo in punta di piedi, per non disturbare l’atmosfera meditativa che si respira nella foresta di bambù di Sagano ad ovest di Kyoto, Giappone. Si dice cresca così velocemente da cantare mentre cresce, con uno scricchiolio così tenue da essere colto solo in silenzio.
Ci fermiamo allora all’ombra blu di quelle canne fitte di verde leggero che odorano di menta, respirando l’umidità che sale dalla terra grigia e lascia in bocca il gusto sapido del the matcha e la freschezza degli agrumi, bergamotto e yuzu, delicatamente astringenti. Riviviamo quella pace ad ogni spruzzo di Poème de Sagano di Ella K.
Quinta tappa: Oceania
Dopo l’ascetica promenade a Kyoto, ripartiamo dalla frenetica Tokyo alla volta dell’Oceania, destinazione Tahiti.
Quasi uscite da un dipinto di Gauguin, subito incontriamo la gentilezza delle Mā’ohi che ci porgono fragrantissime collane di tiaré in segno di benvenuto. La dolcezza cremosa e solare del fiore simbolo dell’isola, la gardenia tahitensis, si fonde all’odore sapido della pelle di chi la indossa, accarezzata dalla brezza marina e dal calore delle spiagge di un bianco accecante.
E’ un aroma così suggestivo che basta quello a spegnere l’interruttore, a cancellare ogni preoccupazione. Sarà per quello che l’essenza viene usata dai locali come rimedio per il corpo e lo spirito? Assieme a un pizzico di tuberosa la ritroviamo in tutto il suo splendore in Le Grand Jeu di Voyages Imaginaires. La fragranza sceglie l’approccio 100% naturale come filosofia per chi ama riscoprire la materia alle sue origini.
Bonus track: Marte
Per concludere questo viaggio ad occhi chiusi, ho scelto di portarvi con me nello spazio, in rotta verso Marte, perché il pianeta rosso da sempre ci affascina con le sue spettacolari tempeste di sabbia.
Dalla plancia della nostra astronave fantastica sembra di poter toccare la polvere rossa che danza vorticosamente al fischio del vento. Avvicinandosi arriva l’odore di piccante di pepe e peperoncino, reso più intenso dal caldo mielato del sole mentre le nubi infuocate disegnano fiori che sbocciano. La terra è sempre più lontana e da quassù sembra di poterla stringere in mano, quasi che i problemi svaniscano in un pugno di terra lieve che odora d’iris e vetiver.
Voglio rimanere in orbita, perciò continuo a spruzzare Fleur de Sable di Liquides Imaginaires e sento il cuore leggero.
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