Immaginatevi un mondo primordiale, un susseguirsi di montagne separate da stretti burroni dove scorrono i torrenti; non esistono pianure, ma immense crepe di granito e gigantesche onde di terra ricoperte da macchie intricate o da immense foreste di castagni e di pini.
Guy de Maupassant, La Felicità
Per me, uno dei profumi che sanno d’estate è quello della macchia mediterranea, una fragranza incantevole che si respira spesso sulle coste e sulle isole del nostro mare Mediterraneo. Diffusa soprattutto in Sardegna e nella vicina Corsica, la macchia mediterranea è un insieme di arbusti profumatissimi che assieme creano quell’odore straordinario.
Abitano la macchia ginepri odorosi di legno, ginestre fragranti, mirti profumati, elicrisi cotti dal sole e molte altre specie vegetali che la rendono un bioma unico e prezioso.
E proprio la macchia mediterranea mi ha dato lo spunto per scegliere i profumi che sanno d’estate!
Respirate… assaporate quell’aroma vegetale asciutto, quell’odore resinoso di cisto, di mirto, di erbe ostinate cresciute all’ombra di lecci e arbusti aromatici: si parte!
Il Mirto
Il profumatissimo arbusto che all’inizio dell’estate si copre di piumosi fiori bianchi è il sovrano incontrastato della macchia. Il suo profumo è aromatico e fresco, e già il suo nome preannuncia la sua caratteristica predominante: in greco myrtos significa “essenza profumata”.
Nella mitologia classica, il mirto è pianta sacra a Venere, tanto che secondo il poeta latino Ovidio, infatti, la splendida dea, nata dalla spuma delle onde, una volta approdata alla spiaggia coprì le sue grazie con fronde odorosissime di mirto.
Pierre Guillaume, founder e owner del brand Pierre Guillaume Paris, distilla un infuso intrigante di mirto e lo cola come nettare nel suo 18 Cadjmeré. Per questa composizione orientale, congiunge due astrazioni: la morbidezza del cashmere con l’affettuosità dell’abbraccio di una madre (mére), sintetizzando in una crasi fragrante il concetto di calore vellutato e materno.
Il mirto sfavilla annunciato da legno di sandalo e di cipresso, si appoggia ad una carezzevole vaniglia, punteggiata dalla golosità della polpa di cocco. Le note ambrate incalzano, evocando quell’Oriente leggendario dove tutto profuma, sfumando delicatamente in una scia discreta accanto a note asciutte, arricchite dal sapore esotico del legno di rosa.
Il Cisto
Capita che, durante una passeggiata pied dans l’eau, ci giunga, portato dal vento, un profumo resinoso, caldo, particolarissimo: è il labdano, una resina estratta dalle gocce dense e dorate del cistus ladaniferus.
Il cisto, a primavera, regala corolle bianche o rosa, con pistilli evidenti di colore giallo intenso, tuttavia la misteriosa resina non viene estratta dal fiore, bensì dalle lacrime che coprono le rugose foglie verde cupo per difenderle dai venti asciutti e impetuosi che si abbattono sulle coste.
Il cisto infonde alle fragranze un quid esotico ed enigmatico, sicuramente affascinante. Lo troviamo in moltissime fragranze, dove, oltre ad essere nota caratterizzante, svolge anche la funzione di ottimo fissatore.
Sandra Iruela, Naso spagnolo orgoglioso delle sue radici mediterranee, lo ha distillato in una delle sue creazioni, Chatoyant Iruela Fine Fragrances, dedicato a Marrakech, città misteriosa ed effervescente, dove si incontrano anime differenti portatrici di differenti saperi.
Chatoyant racchiude nel flacone blu intenso il calore e la fragranza dei giardini di questo antico centro che faceva parte, con Fès, Rabat e Meknés, delle mitiche Città Imperiali del Marocco, riassumendo in liquido tutti gli aromi sprigionati dai fiori scaldati dal sole.
In una vera antologia, possiamo trovare il soffio leggero del bergamotto che annuncia i gelsomini e i fiori d’arancio più avvincenti. In questa composizione dal chiaro impianto chypre, sbocciano nel cuore candidi mughetti, denudati della loro consueta ingenuità da note di coda profonde, cariche di cisto labdano, muschio di quercia, legni nobili e patchouli.
Chatoyant è stato vincitore del premio del pubblico nella 2° edizione dell’International Perfumery Competition di Teià, per la squisita finezza di una composizione chypre basata sul gelsomino.
Il Ginepro
Con i capelli scompigliati dal vento capriccioso della costa, ci viene spontaneo inondare i polmoni di aria marina, in cui si intrufola a tratti un odore mentolato, di legno e resina: è il ginepro.
Diptyque, il marchio parigino nato negli anni ‘60, dedica all’aroma di conifera tipico del ginepro una fragranza nata da poco, che prende ispirazione e nome dal mitico Orphéon, il locale parigino – ormai chiuso – dove si esibivano dal vivo jazzisti di fama internazionale e luogo di ritrovo di intellettuali di prim’ordine.
Il profumo Orphéon vuole ricreare l’atmosfera di questo locale, distillandone l’essenza che richiama, nella sua piramide olfattiva, tutte le caratteristiche salienti dei suoi frequentatori.
Nelle note di testa, il ginepro compendia sentori di legno e di bosco, discreta, elegante, fine come una dissertazione filosofica. Volute di accordi fragranti ricordano il fumo biondo del tabacco degli avventori, mentre note talcate e fava tonka ricreano l’odore di rossetto delle signore.
Ad evocare la cospicua presenza femminile frequentatrice dell’Orphéon, un delicato fondo di gelsomino ricorda le fragranze in voga all’epoca.
Orphéon è una creazione raffinata, sottile, ma presente. Come la memoria dell’omonimo locale, di cui, unico vestigio, rimane il pilastro rivestito in vetro blu intenso, installato all’interno della boutique Diptyque al n. 34 di Boulevard Saint-Germain.
L’Elicriso
Brandelli di odori combusti arrivano fin sulla spiaggia. Sono effluvi secchi, di erba bruciata, di miele e di sale. A volte la loro intensità li fa assomigliare all’odore della liquirizia.
Sono i profumi emanati dall’elicriso – conosciuto in Francia come immortelle – un arbusto dalle piccole foglie argentee e dai fiori giallo oro. Deve il suo nome all’incredibile capacità di rigenerare le proprie radici e di resistere ai venti violenti delle coste.
L’elicriso scintilla nel cuore di Citrus Riviera BDK Parfum della Collection Azur, una agrumato atipico, che svela i segreti di mandarini e fiori d’arancio abbracciati a languide note di fava tonka, vetiver e patchouli.
L’esordio esperidato regala alla composizione una verve tutta vacanziera: è una farandola vitale, gioiosa, che piano si tinge dei toni fruttati di fragola succosa e di fico.
Nel cuore fronde di gelsomini annegano in note acquatiche, esaltando il tono burnt del biondo elicriso.
Il fondo permane a lungo sulla pelle scaldata, mentre vetiver, patchouli e fava tonka dispensano sottili messaggi di dolce sensualità.
La Ginestra
La ginestra è uno dei pochi fiori – propriamente detti – che compongono la macchia mediterranea, e che risalta con il giallo oro dei piccoli calici sul verde marezzato delle altre specie vegetali.
Il suo aroma è verde e mielato, inconsueto e raro in un profumo, ma Roberto Greco, l’artista-fotografo che ha voluto e diretto la realizzazione del jus da parte di Marc-Antoine Corticchiato, ne fa una delle note caratterizzanti del suo Œilléres.
Lo start del jus è asciutto e quasi bruciato, con la predominanza di un’altra nota olfattiva – la camomilla – alquanto inconsueta: ne deriva una visione di erba secca mista ad odori di terra riarsa, illuminata dai bagliori honey di ginestra.
La composizione si dilunga su respiri emanati dal suolo umido che si distende nelle zone d’ombra, un odore quasi fungino e minerale. Œilléres è una composizione che affascina, attira e respinge, comunque fa riflettere. Come le foto dell’artista, che in esse celebra la sontuosità dell’effimero.
Il Rosmarino
Per i latini, il rosmarino era “la rugiada del mare”, grazie ai suoi piccoli fiori cerulei che ricordavano le gocce di guazza notturna, oppure anche “ la rosa del mare”, tanto il suo fragrante aroma pervade l’ambiente e diventa una delle note predominati nelle aree di costa di Corsica e Sardegna.
Il rosmarinus officinalis è una delle essenze arbustive che maggiormente si possono riscontrare nel bioma della macchia mediterranea. I suoi rametti sono molto utilizzati in cucina, per il suo aroma particolare che sposa i toni erbacei, legnosi, lievemente canforati, con piccole sfumature incensate.
Cuir Tassili di Maison Rebatchi – creazione del Naso Aliénor Massenet – esordisce con note di rosmarino, fresche e rinvigorenti, che subito si mischiano con l’alito lievemente carnale dei semi di carota.
Appare un filo argenteo d’incenso, che spiana la via al cuore aromatico di foglie di tè e salvia, colorato del verde della foglia di violetta. Ma, come dice il nome, è nel fondo del jus che si palesa la vera identità “cuoio” della fragranza: un cuoio morbido, come solo i Tuaregh sanno conciare.
Cuir Tassili rende omaggio alle origini del founder del brand, Mohamed Rebatchi, che, in un componimento armonioso da assaporare illuminati dalla luna, ci trasporta tramite l’olfatto nel deserto del Tassili, in Algeria.
E dopo questo viaggio fragrante tra le piante che compongono la macchia mediterranea, non mi resta che augurarvi delle buonissime vacanze, ricche di profumi e fragranze!
Buona Estate!