Il brand di profumeria di nicchia anzi, di profumeria indipendente, Rubini è una vecchia conoscenza di Studio Olfattivo.
La maison è giovane, ma noi l’abbiamo amata da subito, sin dalla prima straordinaria fragranza, Fundamental, un omaggio alla lunga storia di passione della famiglia Rubini con la profumeria, cominciata nel 1937 con il capostipite Pietro Rubini.
Il nostro amore per Rubini è proseguito immutato con le successive, Tambour Sacrè, un tamburo sacro nel corno d’Africa che risuona potente nella savana, e Nuvolari il ritratto olfattivo del leggendario pilota invincibile.
Oggi siamo felici di raccontarvi l’ultima meravigliosa creazione: Odenaturae. Stavolta siamo andati a intervistare il founder e art director Andrea Bissoli Rubini per farvi raccontare da lui questa nuova fragranza.
S.O. – Ci racconti qual è stata l’ispirazione per la creazione di Odenaturae, questo profumo che avete definito, meravigliosamente, “un poema d’amore per la natura”?
A.R. – Odenaturae arriva da un mio desiderio profondo, di celebrare la Natura, la sua armonia e bellezza con il rispetto che merita.
Ci sono due omaggi, dentro Odenaturae: il primo, a Virgilio, che nasce nelle nostre terre, e ancora oggi è l’autore che più di tutti sento vicino nei suoi scritti bucolici.
Opere in cui troviamo quell’armonia e pace tra uomini e natura che ha ispirato il carattere del profumo.
Un mondo in cui l’uomo si sente parte del tutto.
Il secondo è invece un omaggio a un marchio storico della grande profumeria artistica: Diptyque, che nel ‘90, ha creato un profumo sullo stesso tema chiamato proprio Virgilio.
I primi Diptyque, secondo me, rappresentavano molto bene quel tipo di natura che volevamo evocare.
S.O. – Come avete lavorato per trasformare questa ispirazione in profumo?
A.R. – Prima di tutto, abbiamo cercato di capire quale potesse essere il momento della natura più interessante da raccontare. Io sono andato a cercare nei miei ricordi d’infanzia, perché poi il rapporto con la natura, con gli odori, molto spesso si decide in questa fase della nostra vita.
Mi sono ispirato a una natura familiare sia a me che a Cristiano [Canali, il giovane e talentuoso naso che ha dato vita a tutte le creazioni Rubini, n.d.r.], una natura di fine maggio, quando si passa che dalla stagione delle piogge a quella più calda, nell’Italia del centro-nord.
Un mondo un po’ idealizzato, romantico, che arriva anche da un certo tipo di profumeria di nicchia – penso allo stile Goutal nel raccontare il paesaggio mediterraneo, portarlo ad una fascinazione storica e sognante come in Eau d’Hadrien, ispirato dalle memorie dell’imperatore Adriano.
Abbiamo quindi cercato, in un processo creativo molto lungo (odenturae ha richiesto 2 anni di sviluppo), di coniugarlo al racconto della nostra natura nella maniera più dettagliata e realistica possibile.
S.O. – A questo proposito, ci è piaciuto moltissimo che, per raccontare il profumo, al posto della piramide olfattiva, avete indicato tre paesaggi diversi: horti, paesaggio bucolico e fiori selvatici di primavera. Come mai?
A.R. –
Nei primi profumi ho cercato di essere più tecnico e di mettere in piramide tutto ciò che avevamo utilizzato, per il desiderio di far capire alle persone la qualità veramente fuori dal comune delle materie prime presenti.
Nel tempo ho capito che in ogni caso le persone, poi la qualità la capiscono.
E dall’altra che è molto più importante evocare l’idea del profumo a livello più emozionale e meno razionale: tutto quello che i dettagli tecnici non riescono a fare. Quindi ho preferito creare immagini, suggestioni, quelle che erano già presenti nel brief dato inizialmente a Cristiano Canali.
S.O. – Quali emozioni o sensazioni con Odenaturae volete far vivere a chi lo indossa?
A.R. – La sensazione che voglio lasciare a chi indossa Odenaturae è la pace e l’armonia, perché questo è un profumo che vive di armonia.
Abbiamo ricercato questo effetto lavorando tante materie prime aromatiche che favoriscono questa sensazione di relax e il modo anche con cui sono state composte è stato quello di un profumo sereno. Ce l’hanno confermato tutte le persone che lo hanno indossato: hanno sentito quel feeling, quell’emozione.
Peraltro, peronalmente, è stato anche molto interessante andare in direzione opposta alla tensione che invece abbiamo ricercato nella fragranza precedente, Nuvolari. Non più a 300 km/h, ma su un amaca appesa tra due alberi, a godersi il profumo della primavera portato dal vento.
S.O. – Il guscio che contiene il profumo è, ancora una volta, non solo bello ma anche materico. In che modo completa l’esperienza di Odenaturae?
A.R. – Per quanto riguarda la parte estetica, per il guscio abbiamo lavorato con la glebanite, un materiale riciclato che che ci ha accompagnato per tanti nostri profumi, stavolta in verde: da una parte per suggerire la natura, dall’altra perché con la sua consistenza materica evoca la corteccia di un albero.
Il colore del profumo, invece, deriva esclusivamente dalle materie prime utilizzate, senza aggiunte di coloranti: la cosa quasi magica è che, una volta terminata la formula, il suo punto di colore naturale, un punto tra il verde e il giallo, era esattamente la mia idea di cromatica di questo tema olfattivo verde.
Volevamo creare qualcosa una fragranza morbida e rotonda, armoniosa, quando il verde diventa giallo, un po’ come la natura che da la primavera va verso l’estate.
S.O. – A chi è rivolto Odenaturae?
A.R. – Odenaturae è un profumo luminoso molto trasversale, e il suo legame con il mondo naturale, il paesaggio, le erbe e le piante attira molto le persone che amano il contatto con la natura, l’idea di libertà, ma anche quelle che cercano qualcosa di diverso rispetto al solito.
Credits: pic courtesy of Rubini